Konstantin Grcic è un designer che ama le sfide, affrontate sempre con passione e rigore. Per la sua collezione “Man machine”, nome dell’album del 1978 del mitico gruppo musicale Kraftwerk di cui è un fan, ha lavorato solamente il vetro in lastra.
Collaborando con un atelier di Francoforte ha realizzato una serie di arredi in edizione limitata per la galleria Kreo con il vetro industriale utilizzato in architettura. Grazie a pistoni, cerniere e all’uso del silicone, gli oggetti, a differenza di tutti gli altri in vetro, sono dinamici. Dall’unione della trasparenza con la meccanica, cui il designer di Monaco s’ispira, per via della sua passione per le auto, nasce una serie di assoluta novità, nella quale la trasparenza assume, esteticamente, un carattere aggressivo, lontano dalla tradizionale fluidità degli arredi in vetro e dove la fragilità risulta robusta.

Konstantin_Grcic_Deux_tables
Grcic_Konstantin_ManMachine_TableXL
Man-Machine_Grci_Konstantin_Chair

DOVE: 31, rue Dauphine 75006 Paris, France

Konstantin Grcic è un designer che ama le sfide, affrontate sempre con passione e rigore. Per la sua collezione “Man machine”, nome dell’album del 1978 del mitico gruppo musicale Kraftwerk di cui è un fan, ha lavorato solamente il vetro in lastra.
Collaborando con un atelier di Francoforte ha realizzato una serie di arredi in edizione limitata per la galleria Kreo con il vetro industriale utilizzato in architettura. Grazie a pistoni, cerniere e all’uso del silicone, gli oggetti, a differenza di tutti gli altri in vetro, sono dinamici. Dall’unione della trasparenza con la meccanica, cui il designer di Monaco s’ispira, per via della sua passione per le auto, nasce una serie di assoluta novità, nella quale la trasparenza assume, esteticamente, un carattere aggressivo, lontano dalla tradizionale fluidità degli arredi in vetro e dove la fragilità risulta robusta.
DOVE: 31, rue Dauphine 75006 Paris, France

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The Moodboarders is a glance into the design world, which, in all of its facets, captures the extraordinary even within the routine. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick-up on budding trends, emerging talents and neglected aesthetics. Instead of essays, we use brief tales to tune into the rhythm of our world. We travelled for a year without stopping, and seeing as the memory of this journey has not faded, we have chosen to edit a printed copy. We eliminated anything episodic, ephemeral or fading, maintaining a variety of articles that flow, without losing the element of surprise, the events caught taking place, and the creations having just bloomed.