Falling stars
9 April 2015
14 January 2016
La Fondation Cartier di Parigi ha proposto sino al 10 gennaio una mostra dedicata alla vitalità artistica della Repubblica democratica del Congo, esplorando, per la prima volta, circa un secolo di storia dell’arte congolese. Curata da André Magnin, la rassegna documenta pittura, fotografia, fumetti e musica, celebrando, senza ordine cronologico, artisti moderni e contemporanei. La fotografia, di grande forza iconica, racconta il fenomeno dei sapeurs (i dandy africani), evidenziando l’originale eleganza dei soggetti, sia maschili che femminili, consapevoli della loro speciale bellezza. La pittura spazia da realizzazioni arcaico/ naif, policrome, per lo più a soggetto animale, a figurazioni contemporanee, di tipo pop, in tonalità accese. Emerge dalle rappresentazioni, sia fotografiche, sia pittoriche il vigore espressivo di un popolo giovane che utilizza l’arte, nelle sue varie manifestazioni, come popolare forma narrativa
DOVE: 261 Boulevard Raspail, 75014 Paris, France
La Fondation Cartier di Parigi ha proposto sino al 10 gennaio una mostra dedicata alla vitalità artistica della Repubblica democratica del Congo, esplorando, per la prima volta, circa un secolo di storia dell’arte congolese. Curata da André Magnin, la rassegna documenta pittura, fotografia, fumetti e musica, celebrando, senza ordine cronologico, artisti moderni e contemporanei.
La fotografia, di grande forza iconica, racconta il fenomeno dei sapeurs (i dandy africani), evidenziando l’originale eleganza dei soggetti, sia maschili che femminili, consapevoli della loro speciale bellezza. La pittura spazia da realizzazioni arcaico/ naif, policrome, per lo più a soggetto animale, a figurazioni contemporanee, di tipo pop, in tonalità accese.
Emerge dalle rappresentazioni, sia fotografiche, sia pittoriche il vigore espressivo di un popolo giovane che utilizza l’arte, nelle sue varie manifestazioni, come popolare forma narrativa.
The Moodboarders is a glance into the design world, which, in all of its facets, captures the extraordinary even within the routine. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick-up on budding trends, emerging talents and neglected aesthetics. Instead of essays, we use brief tales to tune into the rhythm of our world. We travelled for a year without stopping, and seeing as the memory of this journey has not faded, we have chosen to edit a printed copy. We eliminated anything episodic, ephemeral or fading, maintaining a variety of articles that flow, without losing the element of surprise, the events caught taking place, and the creations having just bloomed.