Il titolo di questo numero è una frase che volentieri “ho rubato” all’intervista a Deyan Sudjic di Laura Traldi, apparsa su Elle Decor ottobre 2016, in occasione dell’apertura del nuovo Design Museum di Londra il 24 novembre scorso. Deyan sostiene la necessità di rischiare, “almeno un po’ con il design, non per fare qualcosa alla moda, ma per mettere in discussione cosa sia il design e che impatto può avere nella definizione della qualità della vita”. Il design, per la sua pertinenza può mettere soggezione, come rivela la brusca risposta di Le Corbusier alla proprietaria della Villa Savoye, considerata uno dei capolavori dell’architetto svizzero. Nella Villa Savoye ci sono pochi mobili perché Le Corbusier aveva raccomandato ai suoi clienti di ridurre al minimo le suppellettili personali e aveva reagito allarmato e offeso quando madame Savoye aveva espresso il desiderio di arredare il soggiorno con una poltrona e due divani: “Oggi la vita domestica è paralizzata dall’idea deplorevole che ci servano dei mobili” protestò l’architetto. Questo concetto andrebbe estirpato e sostituito con quello di attrezzatura (Alain de Botton, “Architettura e felicità”, Guanda 2006). Ma può essere anche consolatorio, come suggeriva John Ruskin, che invitava “a cercare due cose nei nostri edifici: che ci diano riparo e che ci parlino di tutto ciò che noi riteniamo importante e che vogliamo ricordare” (ibidem). Vi proponiamo una recente rassegna di progetti di design seriale e artistico, lasciandovi la libertà di giudicare se siano da amare o se, al contrario, incutano paura.

Cristina Morozzi



Cover: Tree of Life (detail of bottom), Studio Job, Faena Forum, Miami. Photo: Loek Blonk

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The Moodboarders is a glance into the design world, which, in all of its facets, captures the extraordinary even within the routine. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick-up on budding trends, emerging talents and neglected aesthetics. Instead of essays, we use brief tales to tune into the rhythm of our world. We travelled for a year without stopping, and seeing as the memory of this journey has not faded, we have chosen to edit a printed copy. We eliminated anything episodic, ephemeral or fading, maintaining a variety of articles that flow, without losing the element of surprise, the events caught taking place, and the creations having just bloomed.