Sitting dogs
12 November 2014
27 October 2016
L’edizione di settembre di Maison&Objet ha ospitato la rassegna Design network Africa: 11 aziende di design, provenienti da Ghana, Zimbawe, Uganda, Kenya, Burkina Faso, Mali e Senegal, hanno proposto creazioni che spaziavano dall’arredo al tessile, dalle ceramiche agli accessori e ai gioielli. Per molti designer l‘iniziativa è stata l’occasione per farsi conoscere fuori dai confini del continente africano.
Thomas Spanner, manager del programma di sviluppo, iniziato nel 2011 per promuovere il talento creativo africano poco noto a livello internazionale, consapevole del pregio e dell’originalità dei manufatti, confida nella possibilità di incrementare la diffusione della creatività africana sui mercati internazionali. La raffinata selezione delle produzioni rivelava una creatività sapida e matura, capace di portare nel mondo delle merci standardizzate una ventata di genuinità, adatta a diventare tendenza per conquistare i consumatori internazionali.
DOVE: Parigi
L’edizione di settembre di Maison&Objet ha ospitato la rassegna Design network Africa: 11 aziende di design, provenienti da Ghana, Zimbawe, Uganda, Kenya, Burkina Faso, Mali e Senegal, hanno proposto creazioni che spaziavano dall’arredo al tessile, dalle ceramiche agli accessori e ai gioielli. Per molti designer l‘iniziativa è stata l’occasione per farsi conoscere fuori dai confini del continente africano. Thomas Spanner, manager del programma di sviluppo, iniziato nel 2011 per promuovere il talento creativo africano poco noto a livello internazionale, consapevole del pregio e dell’originalità dei manufatti, confida nella possibilità di incrementare la diffusione della creatività africana sui mercati internazionali. La raffinata selezione delle produzioni rivelava una creatività sapida e matura, capace di portare nel mondo delle merci standardizzate una ventata di genuinità, adatta a diventare tendenza per conquistare i consumatori internazionali.
The Moodboarders is a glance into the design world, which, in all of its facets, captures the extraordinary even within the routine. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick-up on budding trends, emerging talents and neglected aesthetics. Instead of essays, we use brief tales to tune into the rhythm of our world. We travelled for a year without stopping, and seeing as the memory of this journey has not faded, we have chosen to edit a printed copy. We eliminated anything episodic, ephemeral or fading, maintaining a variety of articles that flow, without losing the element of surprise, the events caught taking place, and the creations having just bloomed.