Francesca Lanzavecchia and Hunn Wai portrait
"sunplace" sketch
Francesco Meda designer
francesco meda sketch
Livia Rossi and Guanluca Giabardo
"Il Consolo" sketch signed by Dossofiorito

Trent’anni fa la Triennale di Milano ospitava la mostra, ideata dal Comune di Lissone, “Le affinità elettive”, riflessioni sul tema dell’abitare di 21 architetti, trasformate in realizzazioni dagli artigiani del territorio. Oggi Triennale e Comune di Lissone collaborano di nuovo a una rassegna incentrata sul tema del cibo “Le affinità selettive” che, con la curatela di Aldo Colonnetti, vede coinvolti 12 designer della ultima generazione sul tema: Coltivare, Cucinare, Mangiare. L’allestimento della mostra è di Lorenzo Damiani, mentre il coordinamento produttivo dei progetti è stata affidato a Luca Spinelli.
Tra i designer coinvolti Francesco Faccin. Dossofiorito, Lanzavecchia+Wai, Francesco Meda, Giorgio Biscaro, Zanellato/Bortotto.

Sunplace is a cooking station
"Three in one" plate
"Il Consolo" pot
"SUNplace" tools for cookiing
The compact assembly "Three in one"
"il Consolo" pot tools

DOVE: MAC – Contemporary Arts Museum; viale Padania, 6 – Lissone (MB)

Trent’anni fa la Triennale di Milano ospitava la mostra, ideata dal Comune di Lissone, “Le affinità elettive”, riflessioni sul tema dell’abitare di 21 architetti, trasformate in realizzazioni dagli artigiani del territorio. Oggi Triennale e Comune di Lissone collaborano di nuovo a una rassegna incentrata sul tema del cibo “Le affinità selettive” che, con la curatela di Aldo Colonnetti, vede coinvolti 12 designer della ultima generazione sul tema: Coltivare, Cucinare, Mangiare. L’allestimento della mostra è di Lorenzo Damiani, mentre il coordinamento produttivo dei progetti è stata affidato a Luca Spinelli.
Tra i designer coinvolti Francesco Faccin. Dossofiorito, Lanzavecchia+Wai, Francesco Meda, Giorgio Biscaro, Zanellato/Bortotto.
DOVE: MAC – Contemporary Arts Museum; viale Padania, 6 – Lissone (MB)

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The Moodboarders is a glance into the design world, which, in all of its facets, captures the extraordinary even within the routine. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick-up on budding trends, emerging talents and neglected aesthetics. Instead of essays, we use brief tales to tune into the rhythm of our world. We travelled for a year without stopping, and seeing as the memory of this journey has not faded, we have chosen to edit a printed copy. We eliminated anything episodic, ephemeral or fading, maintaining a variety of articles that flow, without losing the element of surprise, the events caught taking place, and the creations having just bloomed.