Thonet’s new home in Torino
7 December 2016
29 October 2015
La mostra di Camper curata da Pete Collard con Anniina Koivu, ospitata al Vitra design Museum, tempio del design d’autore, dal 13 Maggio al 1 di Novembre 2015, celebrativa dei quarant’anni del marchio spagnolo, è “calzante” testimonianza del valore oggettuale delle calzature. Oltre a presentare i diversi modelli di scarpe creati da noti stilisti e designer, che hanno segnato il cammino dell’azienda, illustra gli spazi commerciali in giro per il mondo, firmati da famosi designer, quali Marti Guixe, Nendo, Jaime Hayon, Campana Brothers, Fernando Amat, Doshi & Levine e Thomas Alonso. La mostra racconta la storia dell’azienda iniziata nel lontano 1877, quando il fondatore Antonio Fluxà salpò per l’Inghilterra per studiare i nuovi metodi di produzione industriale, e indaga il potenziale futuro del modo di camminare, esplorando come gli sviluppi tecnologici e sociologici possano mutare l’esperienza del camminare.
DOVE: Vitra design museum – Charles-Eames-Straße 2, 79576 Weil am Rhein, Germania
La mostra di Camper curata da Pete Collard con Anniina Koivu, ospitata al Vitra design Museum, tempio del design d’autore, dal 13 Maggio al 1 di Novembre 2015, celebrativa dei quarant’anni del marchio spagnolo, è “calzante” testimonianza del valore oggettuale delle calzature. Oltre a presentare i diversi modelli di scarpe creati da noti stilisti e designer, che hanno segnato il cammino dell’azienda, illustra gli spazi commerciali in giro per il mondo, firmati da famosi designer, quali Marti Guixe, Nendo, Jaime Hayon, Campana Brothers, Fernando Amat, Doshi & Levine e Thomas Alonso. La mostra racconta la storia dell’azienda iniziata nel lontano 1877, quando il fondatore Antonio Fluxà salpò per l’Inghilterra per studiare i nuovi metodi di produzione industriale, e indaga il potenziale futuro del modo di camminare, esplorando come gli sviluppi tecnologici e sociologici possano mutare l’esperienza del camminare.
The Moodboarders is a glance into the design world, which, in all of its facets, captures the extraordinary even within the routine. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick-up on budding trends, emerging talents and neglected aesthetics. Instead of essays, we use brief tales to tune into the rhythm of our world. We travelled for a year without stopping, and seeing as the memory of this journey has not faded, we have chosen to edit a printed copy. We eliminated anything episodic, ephemeral or fading, maintaining a variety of articles that flow, without losing the element of surprise, the events caught taking place, and the creations having just bloomed.