Villa Vela, Welcome home
26 November 2015
14 January 2016
New York è una metropoli in continuo movimento. Manhattan è di certo il suo cuore pulsante, ma da ormai diversi anni ci sono zone degli altri borough che stanno vivendo un grosso cambiamento. Il fenomeno della gentrificazione, con tutte le sue contraddizioni, ha interessato anche Long Island City, ex area industriale del Queens situata al termine del Queensboro Bridge. Qui le industrie manifatturiere hanno ceduto il passo a musei (come il MoMA PS1 o il museo di sculture di Isamu Noguchi), a studi televisivi, istituzioni culturali e a nuovi spazi per l’abitare, spesso derivati proprio dalla riconversione degli edifici produttivi. Anche il Paper Factory Hotel occupa una vecchia fabbrica, una cartiera per la precisione.
A memoria del suo passato rimangono nella hall un’alta colonna ricoperta di libri e una macchina da stampa originale. L’albergo, progettato dallo studio DHD – Architecture and Interior Design, dispone di 123 stanze di differenti categorie. Lo stile eclettico dell’arredamento, che mixa pezzi industrial con complementi più “tradizionali”, e la collezione di opere create da artisti locali esposta nei vari ambienti rende il Paper Factory Hotel un posto trendy ma anche comodo per soggiornare in città. A soli 15 minuti di metropolitana da Manhattan e affacciato verso il suo inconfondibile skyline.
DOVE: 37-06 36th St, Long Island City, NY 11101, Stati Uniti
New York è una metropoli in continuo movimento. Manhattan è di certo il suo cuore pulsante, ma da ormai diversi anni ci sono zone degli altri borough che stanno vivendo un grosso cambiamento. Il fenomeno della gentrificazione, con tutte le sue contraddizioni, ha interessato anche Long Island City, ex area industriale del Queens situata al termine del Queensboro Bridge. Qui le industrie manifatturiere hanno ceduto il passo a musei (come il MoMA PS1 o il museo di sculture di Isamu Noguchi), a studi televisivi, istituzioni culturali e a nuovi spazi per l’abitare, spesso derivati proprio dalla riconversione degli edifici produttivi. Anche il Paper Factory Hotel occupa una vecchia fabbrica, una cartiera per la precisione. A memoria del suo passato rimangono nella hall un’alta colonna ricoperta di libri e una macchina da stampa originale. L’albergo, progettato dallo studio DHD – Architecture and Interior Design, dispone di 123 stanze di differenti categorie. Lo stile eclettico dell’arredamento, che mixa pezzi industrial con complementi più “tradizionali”, e la collezione di opere create da artisti locali esposta nei vari ambienti rende il Paper Factory Hotel un posto trendy ma anche comodo per soggiornare in città. A soli 15 minuti di metropolitana da Manhattan e affacciato verso il suo inconfondibile skyline.
The Moodboarders is a glance into the design world, which, in all of its facets, captures the extraordinary even within the routine. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick-up on budding trends, emerging talents and neglected aesthetics. Instead of essays, we use brief tales to tune into the rhythm of our world. We travelled for a year without stopping, and seeing as the memory of this journey has not faded, we have chosen to edit a printed copy. We eliminated anything episodic, ephemeral or fading, maintaining a variety of articles that flow, without losing the element of surprise, the events caught taking place, and the creations having just bloomed.