pampaloni Archivio 1902 - collana alata
pampaloni Archivio 1902 - anello nero

La serie di gioielli “Archivio 1902” nasce dalla ricomposizione di elementi dell’archivio Pampaloni, argenteria fiorentina, con alle spalle 112 anni di storia. Dall’incontro tra la designer di gioielli Francesca Caltabiano, l’architetto designer Claudia Bellini e Gianfranco Pampaloni oggi a capo dell’azienda, assieme al fratello Francesco, che dell’archivio è appassionato custode, nasce l’idea di ricomporre elementi dell’archivio, nati per essere altro, in oggetti da indossare. “Migliaia di modelli” spiega Gianfranco sono rimasti in archivio per diecine di anni.

Come anagrammi di parole, parti di candelabri, di caffettiere, di salsiere e di stoppiniere sono state ricomposte in una linea di gioielli costituita da 21 collane, 10 anelli da donna, 13 orecchini e 5 bracciali. Il processo che ha portato alla nascita di questi gioielli” conclude Gianfranco “è stato davvero partecipato e ha visto anche il contributo delle storiche maestranze dell’azienda”. Il risultato rivela una imprevista aulica eleganza, stemprata dall’originalità dei componenti. Difficile immaginare che con i manici di tazzine, le serrature, impugnature di zuccheriere…si possano creare collier che poco hanno da invidiare a quelli dei marchi di alta gioielleria, anzi con una dote in più: un tocco di surrealismo che smitizza il figurativismo della composizione.

pampaloni Archivio 1902 - collana
pampaloni Archivio 1902 - orecchini alati

La serie di gioielli “Archivio 1902” nasce dalla ricomposizione di elementi dell’archivio Pampaloni, argenteria fiorentina, con alle spalle 112 anni di storia. Dall’incontro tra la designer di gioielli Francesca Caltabiano, l’architetto designer Claudia Bellini e Gianfranco Pampaloni oggi a capo dell’azienda, assieme al fratello Francesco, che dell’archivio è appassionato custode, nasce l’idea di ricomporre elementi dell’archivio, nati per essere altro, in oggetti da indossare. “Migliaia di modelli” spiega Gianfranco sono rimasti in archivio per diecine di anni.
Come anagrammi di parole, parti di candelabri, di caffettiere, di salsiere e di stoppiniere sono state ricomposte in una linea di gioielli costituita da 21 collane, 10 anelli da donna, 13 orecchini e 5 bracciali. Il processo che ha portato alla nascita di questi gioielli” conclude Gianfranco “è stato davvero partecipato e ha visto anche il contributo delle storiche maestranze dell’azienda”. Il risultato rivela una imprevista aulica eleganza, stemprata dall’originalità dei componenti. Difficile immaginare che con i manici di tazzine, le serrature, impugnature di zuccheriere…si possano creare collier che poco hanno da invidiare a quelli dei marchi di alta gioielleria, anzi con una dote in più: un tocco di surrealismo che smitizza il figurativismo della composizione.

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