Quando si affronta il tema del design italiano il pensiero corre subito ai maestri, quelli che hanno firmato pezzi iconici, e alle aziende storiche che li hanno prodotti, stabilendo una relazione virtuosa, divenuta modello di italianità. Vorrei, invece, affrontare, il design italiano dell’ultima stagione in termini di stile, prescindendo magari dalla firma, per evidenziarne le caratteristiche estetiche, azzardando una definizione di tipo stilistico più che disciplinare, nella convinzione che, anche in tempi di globalizzazione, il genius loci produca un’impronta riconoscibile e che la cifra espressiva degli autori sia influenzata in modo determinante dal genio dei produttori. Non si tratta di un’analisi sistemica, ma di considerazioni dettate da un approccio di tipo emozionale. La selezione è volutamente arbitraria, dettata dal gusto personale, senza alcuna pretesa dogmatica e va considerata un invito a riflettere sulla nuova identità del nostro design contemporaneo.

Cristina Morozzi

Quando si affronta il tema del design italiano il pensiero corre subito ai maestri, quelli che hanno firmato pezzi iconici, e alle aziende storiche che li hanno prodotti, stabilendo una relazione virtuosa, divenuta modello di italianità. Vorrei, invece, affrontare, il design italiano dell’ultima stagione in termini di stile, prescindendo magari dalla firma, per evidenziarne le caratteristiche estetiche, azzardando una definizione di tipo stilistico più che disciplinare, nella convinzione che, anche in tempi di globalizzazione, il genius loci produca un’impronta riconoscibile e che la cifra espressiva degli autori sia influenzata in modo determinante dal genio dei produttori. Non si tratta di un’analisi sistemica, ma di considerazioni dettate da un approccio di tipo emozionale. La selezione è volutamente arbitraria, dettata dal gusto personale, senza alcuna pretesa dogmatica e va considerata un invito a riflettere sulla nuova identità del nostro design contemporaneo.

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The Moodboarders is a glance into the design world, which, in all of its facets, captures the extraordinary even within the routine. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick-up on budding trends, emerging talents and neglected aesthetics. Instead of essays, we use brief tales to tune into the rhythm of our world. We travelled for a year without stopping, and seeing as the memory of this journey has not faded, we have chosen to edit a printed copy. We eliminated anything episodic, ephemeral or fading, maintaining a variety of articles that flow, without losing the element of surprise, the events caught taking place, and the creations having just bloomed.