Sono firmati da Tom Dixon gli interni del Mondrian Hotel di Londra. Un’occasione di lavoro ghiotta per il designer inglese e per il suo Design Research Studio, perché progettare tutti gli spazi di un albergo – lobby, bar, spa, ristorante e camere – permette di dar vita a un mondo a parte. Per il “suo” albergo, Dixon si è ispirato ai transatlantici degli anni ’20. Una scelta curiosa, ma che ha fondamento nella storia dell’edificio che ospita il Mondrian Hotel, una costruzione risalente agli anni ’70 ed ex sede della compagnia di spedizioni Sea Container. Angoli smussati, boiserie, imbottiti di velluto e superfici di marmo: tutto sembra rimandare agli ambienti nautici di un tempo. Anche le camere sono state concepite come delle cabine, con mobili funzionali disegnati su misura. Cosa le differenzia dagli alloggi di una nave? Le luminose vetrate che si aprono verso il Tamigi!

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Photographer Credit : Ed Reeve
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DOVE: 20 Upper Ground, London SE1 9PD, Regno Unito

Sono firmati da Tom Dixon gli interni del Mondrian Hotel di Londra. Un’occasione di lavoro ghiotta per il designer inglese e per il suo Design Research Studio, perché progettare tutti gli spazi di un albergo – lobby, bar, spa, ristorante e camere – permette di dar vita a un mondo a parte. Per il “suo” albergo, Dixon si è ispirato ai transatlantici degli anni ’20. Una scelta curiosa, ma che ha fondamento nella storia dell’edificio che ospita il Mondrian Hotel, una costruzione risalente agli anni ’70 ed ex sede della compagnia di spedizioni Sea Container. Angoli smussati, boiserie, imbottiti di velluto e superfici di marmo: tutto sembra rimandare agli ambienti nautici di un tempo. Anche le camere sono state concepite come delle cabine, con mobili funzionali disegnati su misura. Cosa le differenzia dagli alloggi di una nave? Le luminose vetrate che si aprono verso il Tamigi!
DOVE: 20 Upper Ground, London SE1 9PD, Regno Unito

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The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.