La passione per gli hamburger non conosce confini. Dagli USA questi succulenti panini hanno letteralmente conquistato tutto il mondo. Ma non bisogna cadere nel troppo semplice accostamento tra hamburger e fast food (o junk food): se preparato con carne fresca e ingredienti di prima qualità anche questo “cibo veloce”, da mangiare rigorosamente con le mani, può essere una portata gourmet. E così, ristoranti specializzati in hamburger di alta qualità si sono diffusi a macchia d’olio. Vi parliamo oggi di Shade Burger, in Ucraina. Progettato dallo studio YOD, questo locale punta tutto su interni dallo stile “brutalista” e senza decorazioni o fronzoli che possano distrarre dalle golose portate che vengono servite.

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Come un buon hamburger nasce dalla combinazione di materie prime semplici – macinato, formaggio, insalata, pomodoro – così gli spazi sono stati creati accostando tre elementi: cemento, legno e metallo. I muri e il pavimento, mantenuti raw, creano una grande scatola dove sono sistemati i tavoli e un bancone per più persone. Interessante l’installazione che copre il soffitto, realizzata con centinaia di pezzi di legno impiallacciato e concepita come un’interpretazione a grande scala della carne trita che esce dalle griglie del macinatore.

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DOVE 25, Sobornosti St., Poltava, Ukraine

La passione per gli hamburger non conosce confini. Dagli USA questi succulenti panini hanno letteralmente conquistato tutto il mondo. Ma non bisogna cadere nel troppo semplice accostamento tra hamburger e fast food (o junk food): se preparato con carne fresca e ingredienti di prima qualità anche questo “cibo veloce”, da mangiare rigorosamente con le mani, può essere una portata gourmet.
E così, ristoranti specializzati in hamburger di alta qualità si sono diffusi a macchia d’olio.
Vi parliamo oggi di Shade Burger, in Ucraina. Progettato dallo studio YOD, questo locale punta tutto su interni dallo stile “brutalista” e senza decorazioni o fronzoli che possano distrarre dalle golose portate che vengono servite. Come un buon hamburger nasce dalla combinazione di materie prime semplici – macinato, formaggio, insalata, pomodoro – così gli spazi sono stati creati accostando tre elementi: cemento, legno e metallo. I muri e il pavimento, mantenuti raw, creano una grande scatola dove sono sistemati i tavoli e un bancone per più persone. Interessante l’installazione che copre il soffitto, realizzata con centinaia di pezzi di legno impiallacciato e concepita come un’interpretazione a grande scala della carne trita che esce dalle griglie del macinatore.

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The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.